Tabby dice che i Danesi soffrono di complesso di inferiorità.
Mi riporta un episodio dove alla TV davano un servizio su un nuovo tipo di mulino a vento, modernissimo, che grazie ad una nuovissima tecnologia ha un rendimento estremamente alto, ovvero senza dispersioni di energia, capace con la stessa quantità di vento di generare il 350% di servizio in più rispetto ai mulini a vento tradizionali, eccetera. Bella cosa, se oltre ad utilizzare fonti di energia rinnovabile le si sfrutta al meglio.
Se fossimo in Italia, intanto, una scoperta così avrebbe avuto tutte le prime pagine dei giornali e telegiornali; e poi il Mostro lo avrebbero chiamato qualcosa tipo “XR14-SZ/Plus eXtreme Power Detonator” o qualcosa del genere.
Qui no. I mulini a vento normali si chiamano “Mulini a Vento” e questi nuovi si chiamano “Grandi Mulini a Vento”.
Alla faccia dell’understatement.
Altro esempio. Multisala galattica nel centro di Copenhagen con 18 sale Dolby Surround eccetera. Banco dei popcorn. C’è la confezione “Baby”, “Piccolo”, “Medio” e “Grande”. Lasciami spiegare le quantità. Il Baby è piccolo, e OK, va bene se vuoi sgranocchiare 2 popcorn, ma lo fanno per i bambini che con queste porcate si riempiono subito. Il Piccolo è una quantità per una persona adulta affamata. Il Medio è meglio se hai un amico vicino sennò lo butti via mezzo. Il Grande, oltre ad essere inavvicinabile anche in coppia, è una cosa mostruosa: una volta seduti, occlude le arterie femorali del portatore ed impedisce parzialmente la visione del film. Se vuoi appoggiarlo sul sedile a fianco devi pagare un biglietto anche per lui (il Mostro). E comunque è stato pensato per famiglie patriarcali comprendenti 4 generazioni, che con quello che hanno pagato complessivamente di biglietto potevano diventare azionisti di maggioranza di tutta la baracca. Per dire la quantità, io e Tabby una volta abbiamo preso il “Medio”, ce lo siamo lavorato ai fianchi in due, ce ne sono rimasti, e comunque ho fatto ruttini che sapevano di popcorn per un paio di giorni successivi.
Sto immaginando il nome che daremmo noi italiani a delle misure del genere. OK per il Baby, ci può stare. Poi: “Piccolo” diventa “Medio” (nella nostra cultura chi lo compra piccolo è perché ce l’ha piccolo, quindi “piccolo” non esiste nel marketing), “Medio” diventa “Gigante” e “Grande” diventa “Gargantua e Pantagruel”. E ti serve la American Express Platinum a plafond illimitato, per comprarlo.
Da considerazioni come queste, Tabby parte per dire che secondo lei i Danesi soffrono di complesso di inferiorità.
Ho provato allora, da perfetto ignorante in materia, a fare una analisi sociologica del concetto. Sociologia da Bar Sport, appunto, visto che non ho nessuna preparazione in merito, neanche vicina.
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Premessa.
Allora, i Danesi erano il potente popolo dei Vichinghi, si dice scopritori dell’America secoli prima di Colombo, sicuramente arrivati fino a Terranova. Sempre stati conquistatori, viaggiatori, guerrieri, commercianti. Terre sconfinate del Nord appartenevano a loro, e alla Svezia. Avevano possesso di territori dalle Indie alle Isole Vergini, che con molta fantasia le chiamavano Indie Occidentali, ma dai. Poi a un certo punto, nonostante le dichiarate neutralità, qualcuno si è svegliato fuori e ha detto ah siete neutrali? beh io mi riprendo questo, e questo, e questo, tiè! E si sono ripresi terre sterminate, mi viene in mente la Germania, per dirne una, e per farla breve i Danesi sono stati stipati in questo piccolo lembo di terra, battuto dal mare e dal vento.
Si sono ripresi anche l’Islanda, che i Vichinghi avevano scoperto per caso una volta che dovevano andare alle Faroe Island. Mi sembra di vedere la scena: “ehi non è che stiamo navigando da troppo tempo?” “oh cazzo è vero, vuoi vedere che non ho svoltato dopo il terzo scoglio a sinistra?” “cretino, ti avevo detto di stare attento! diobonino va a finire che mi scadono le mozzarelle nella stiva” “eh va bè, ma il timone è duro, sono stanco, c’ho delle storie con la tipa” “spetta spetta.. ma quella cos’è?” “Tierra, TIERRA!”. Era nientemeno che l’Islanda.
E infatti si narra che il marinaio della Pinta che avvistò San Salvador 600 anni dopo, la sera prima di partire con Colombo fosse andato al multisala a Palos a vedere un film sui Vichinghi, e si dice appunto che quando vide terra si ricordò dell’esclamazione e la ripetè, anche perché faceva figo e intellettuale, e a lui piaceva fare lo sborone coi colleghi.
Per il resto gli hanno lasciato la Groenlandia e le Faroe Island e qualche altro francobollo di terra in giro.
La Groenlandia è un posto sconfinato ma è un po’ freddino e non è che ci sia molta gente che ci vuole abitare. Tra l’altro vorrei vedere dove lo vedono il verde (Grønland=Greenland=Terra Verde) visto che è tutto praticamente perennemente coperto di neve e ghiaccio. Qualcuno ipotizza che battezzando il posto si riferissero al colore di muffe tenaci, quelle che sopportano anche il freddo del freezer pur di scorpacciarsi la tua marmellata. Altri, più prosaicamente, fanno riferimento al colore della pelle degli abitanti. Oddio, credo che diventerei verde anch’io in un posto così.
Le Faroe Island sono un po’ più caldine (avevo un voto ignobile in geografia, ma a occhio e croce dovrebbe sentirsi un po’ di corrente del golfo in zona) e anche se non sono le hawaii sono abitabili; e infatti ci abitano. C’è solo un problema, che non c’è molto spazio. Infatti ci sono case, anche con giardino, che tuttavia per ragioni di forza maggiore non è estremamente ampio. Nel giardino ci stanno, nell’ordine: uno stendipanni a 2 fili, uno scivolo per i bambini purché ripido, e mezzo nano di gesso. Basta, perché poi c’è il mare. Loro sono contenti perché due famiglie si accordano, comprano un nano, lo segano a metà ed ecco arredato il giardino a metà prezzo. E se lo metti di profilo non si vede. In più sudare sudano poco, e due fili di stendipanni bastano anche per il bucato di famiglie numerose.
Certo, in un posto così, senza divertimenti particolari, una delle attività principali non può essere che trombare. Eppure il numero di abitanti non si incrementa più di tanto. Perché? Facile. Gli scivoli ripidi. I bambini prendono delle velocità da iperspazio, alla fine dello scivolo (che è infingardamente curvata a trampolino) decollano come dei patriot, ammarano, incontrano esseri che non hanno mai visto, colonie di foche, e prendono accordi verbali con loro, le quali essendo in flusso migratorio volentieri li accolgono ed allevano; la migrazione è generalmente verso le Isole Vergini (vedi sopra), dove le foche possono andare al bar e prendersi una birra senza dover parlare in inglese; spesso tuttavia i bambini, in competizione con le fochine su chi arriva prima, commettono un errore di calcolo tachimetrico e si spiaggiano. E poi visto e considerato che non è male si stabiliscono là.
E quando per uno scherzo del destino, qualcuno in vacanza alle Isole Vergini li riconosce e li vuole riportare nella Patria, loro fanno il gesto dell’ombrello, significando che preferiscono starsene in costume da bagno 24/7 e spiccare noci di cocco dalle palme piuttosto che vivere nel freddo porco tutto l’anno, in un posto dove il massimo divertimento è segare a metà nani di gesso.
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Tesi.
Sintetizzando molto: grandi all’inizio, bastonati a metà, orecchie basse dopo.
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Conclusioni.
Complesso di Inferiorità.
CVD
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Dopo questa mi danno la laurea Ad Honorem in Sociologia.