‘Il Ponte’, articolo di Settembre 2011
Porcellum
Come sia successo non lo so, qualche giorno fa ho scoperto che nel mezzo del cammin di diventare danese pensavo di tornare italiano ed invece mi ritrovo ad essere austriaco. L’italiano in me risulta scomparso, almeno da un punto di vista meramente burocratico.
Il responsabile è un certo Calderoli, Ministro delle Semplificazioni nonché autore della legge elettorale che era stata denominata “Porcellum” per via della sua sensatezza ed equilibrio.
Probabilmente, alla fine del 2010 qualcuno gli ha detto che durante l’anno non aveva semplificato abbastanza, per cui essendoci poco tempo prima delle vacanze natalizie ha deciso di andar giù di falce anziché usare un più adatto bisturi. Leggi e Decreti son materia delicata, si rischia di fare dei pasticci. E infatti.
Il falciatore, nella furia pre-vacanziera, ha finito per stralciare anche un Regio Decreto del 1866 che annetteva Mantova e tutto il Veneto all’Italia.
Va detto che prima di quella data il territorio era austriaco; chi non si ricorda il Quadrilatero (Mantova, Peschiera, Verona e Legnago)? A scuola ci hanno fatto una testa così, e mi sono limitato alla parte superiore del corpo. Ed il Feldmaresciallo Radetzky, legato indissolubilmente a queste zone, chi se l’è dimenticato? Persino i giapponesi sanno chi è, a giudicare dall’entusiasmo mostrato quando, a coronamento del “Neujahrskonzert” di Vienna, viene (immancabilmente) riprodotta la famosissima Radetzky March.
Tra l’altro nella storia, cultura, nei cognomi ed anche nella cucina della nostra zona, rimangono tracce inequivocabili di questa “dominazione”; cioè, non è che ce lo siamo inventati perché ci piace fare gli originali.
Beh, tutto questo è stato “semplificato” stralciando il Decreto, pertanto Mantova e Veneto sono ufficialmente tornati ad essere austriaci.
Il fatto è che l’Art. 5 della Costituzione dice che la Repubblica è una e indivisibile. Peccato però che, avendo cancellato il Regio Decreto, da un punto di vista puramente formale questi territori non sono mai stati italiani, né parte della Repubblica, che insieme alla Costituzione è venuta molti anni dopo l’annessione, che però a questo punto non è mai stata fatta.
E’ come se Calderoli fosse entrato in una macchina del tempo, fosse andato nel 1866, avesse sfilato il Decreto dalle mani del Re -magari dicendogli che era il fattorino del Colle e che lo stava portando al Presidente della Repubblica per la firma- e poi se ne fosse sbarazzato il qualche modo pittoresco, o lo avesse tenuto per ricordo per farci su due risate in qualche cena in baita con i compagni leghisti. Poi, magari, poteva succedere che sulla via del ritorno sbagliava data e finiva nel triassico, come cibo in scatola per qualche super-rettile. Ma questa è fantascienza.
A questo punto la situazione va sanata. E, molto probabilmente, quello che succederà è che verrà fatto un accordo con l’Austria affinché tutto il territorio possa essere preso in carico dalla Nazione vicina; tuttavia ho la sensazione che entrerà in gioco qualche cavillo burocratico che farà sì che mentre i nostri territori saranno completamente a carico loro, il sistema fiscale -e solo quello- rimarrà saldamente ancorato all’Italia.
In ogni caso, mi sento confuso. Abbandonati gli studi sulla lingua danese, ho il sospetto che dovrò sbrigarmi a imparare il tedesco.
Vi farò sapere come va a finire. Per il momento: Auf Wiedersehen!