January 2007


No, non è uno scherzo, e neanche un modo poco gentile per definire la pizza danese.

Dunque quando vieni a stare qua ti mancano due cose, fondamentalmente:

1. il caffè. Il caffè più corto che riesci ad ottenere è esattamente uguale al nostro. Purtroppo però è come se il barista mentre lo fa gli è venuto un attacco di cagotto esplosivo e ha dovuto mollare tutto per non scoppiare dietro al banco con effetti disdicevoli. E il caffè è venuto un po’, diciamo, lungo. Per il resto il caffè “regolare” qui è una brodaglia calda e scura che ha un vago sapore di caffè. Non dico che abbiamo ragione noi o loro, intendiamoci, è solo questione di malintesi: è la stessa parola per definire due cose completamente diverse.

2. la pizza. eh, la pizza. Che siano pochi gli italiani che fanno la pizza qui è facile intuirlo: andando in giro trovi delle grandi insegne luminose complete di tricolore (coricato sul fianco però; cos’è, Irlanda? Jamaica? Nuova Zelanda?) e con la scritta “ITALIAN PIZZARIA” (sic!) e non serve essere iscritti all’Accademia della Crusca per rendersi conto che qualcosa non quadra. Infatti le “Pizzaria” qui sono gestite per la stragrande maggioranza da Turchi. Ai Danesi che glie frega, siamo colorati uguale, Albanesi, Turchi, Italiani, Montenegrini, non fa differenza, è esotico e va bene.

Veniamo al titolo del post. Merdos Pizza. Merdos è una potentissima catena di pizzerie con consegna a domicilio: hanno punti di produzione ovunque in città e per questo sono organizzatissimi e hanno consegne velocissime. Ci riescono anche se non possono guidare come a Istanbul (altrimenti gli incendiano la patente con formula “Ad Aeternum” adducendo infrazione di 27 articoli del codice in una sola manovra).

Merdos. Io non ho nozioni di lingua turca ma sospetto che “Merdos” sia una gran bella parola in turco; tipo: “gloriosa”, o “poderosa”, o “magniloquente” (?) o magari semplicemente “molto buona”. Peccato che gli esperti di marketing della Merdos non abbiano pensato a fare una indagine per il significato nelle varie lingue. D’altra parte se la Ford ha lanciato il “Ka Phone” (il telefono per la Ka integrato col viva voce) che in italiano suona esattamente come “Cafone”, e la Ford poteva ben permettersela una indaginina di mercato, lasciamo a Merdos la possibilità di sbagliare. A proposito, c’è un <<sito>> che riporta tanti errori di marketing di questo tipo (in inglese).

Ma sto divagando, quindi torniamo a Merdos. Dovresti vedere il listino: degli accostamenti di gusti che la prosciutto e funghi e ananas in confronto è una pizza originale napoletana..

E comunque, concludendo, in fondo in fondo la Merdos Pizza non è malaccio. Sono abituato a cucinare, ovviamente con gli ingredienti che trovo (e non sono tutti), ma talvolta dici mah chiamo pizza e vai che stasera ce la siamo sfangata. E qui giunge il problema. Un Turco in Danimarca che parla a malapena il danese, che non sa l’inglese, al telefono; Turco al quale devi spiegare che vuoi la pizza numero N (e per carità non richiedere modifiche), al quale devi anche comunicare un indirizzo danese in inglese. Il top. Ma ce l’ho fatta, la Merdos l’ho provata, e devo dire che la deep pan pizza (quella alta) non è malissimo.

“Non è tutto merdos quello che Merdos” (Confucio)

ANT

Sì sì il 2 gennaio di quest’anno sono partito. Niente fagottino in spalla o valigia con lo spago però. Direi automobile station wagon così piena che per tenere chiuse le porte un paio di giri di spago del 12 sarebbero serviti. Ho solo pregato che non si bucasse una gomma perché per tirare fuori la ruota di scorta avrei dovuto tirare fuori tutto e credo che ai passanti sarebbe sembrato più un mercatino dell’usato che una macchina in panne.

La macchina qui non serve, hanno un’organizzazione dei mezzi pubblici che fa paura, ma l’ho portata lo stesso; non ho neanche preso in considerazione l’ipotesi di andare in aereo, secondo me per il peso dei nostri materiali non decollava.

Non è stata una decisione facile venire ad abitare qui, a dire il vero. Lasciare la famiglia, gli amici.

Sono andato senza voltarmi indietro. Avevo paura che non ce l’avrei fatta altrimenti. E a Puttgarden, l’estrema punta della Germania dove prendi il traghetto, quando sei a bordo provi qualcosa di definitivo.

Vedremo come butta. C’è internet, gli SMS, ci sono tanti modi per sentirsi vicini lo stesso. Un surrogato di vicinanza, ma sempre meglio che un filo di ferro in un occhio.

Ho una nuova vita davanti, è una grande avventura, sono vicino alla persona che amo, credo che sarò felice.

ANT

Nota: la mia fidanzata è danese, si chiama Tabitha, io la chiamo Tabby e quindi se vedi un “Tabby” in giro sto parlando di lei :)