Sono in Italia per qualche tempo, per prendermi cura di alcune consulenze ed affari in generale.
E vedo che, nel Paese in Crisi, dove la gente fa fatica ad arrivare a fine mese, continuano a bombardare con pubblicità di automobili, e non sto parlando solo di utilitarie.

Ce n’è una così particolare da farmi prendere il disturbo di scriverne.

Intanto c’è da dire che mi sono servite alcune visioni prima di prendere coscienza degli avvenimenti nel breve filmato, ma cercherò di spiegarlo come posso.

Innanzitutto credo che il traguardo sia quello di sostenere che non è necessario avere un Land Rover per fare certe cose, anzi, certe wagon o certi SUV possono fare ben di meglio. E già qui ci sarebbe da discutere. Infatti l’utilità che capisco io dei SUV è quella di rompere le palle davanti all’asilo dove mamme depositande parcheggiano come viene loro meglio, ovvero su marciapiedi e ciclabili. Se devo andare abitualmente fuori strada mi compro appunto un Land o una Jeep, mentre se devo stare in strada mi compro qualcosa di più consono.

Comunque.
La situazione è questa: c’è una coppia che abita in una zona alpina, è inverno. Casa di lei si trova più in alto della casa di lui (altimetricamente più elevata, diciamo per chiarezza).

Lui telefona -ovviamente non da una cabina- e dice che con questo tempo probabilmente non ce la fa ad arrivare su da lei. D’altra parte se non crei la suspense, la cosa non funziona.
Lei, languida e sensuale come una papera di gomma, lo aspetta, distesa come una sirena su una poltrona ergonomica, davanti ad una vetrata che dà su una distesa infinita di nevi eterne; risponde con un monosillabo che potrebbe voler dire da “Okay” a “molto bene” a “porco qui porco là”. Non importa, tanto lui ha già buttato giù.

A quel punto lui guida, mentre lei, vestita esattamente com’era all’interno della casa, si mette gli scarponi da sci ed inizia a scendere in neve fresca in un canalone così ripido che il solo pensiero farebbe tremare le vene dei polsi a Reinhold Messner. Lei scende, lui sale: per puro effetto didascalico/scenografico li fanno incrociare, inconsapevoli, a metà strada.
Lei arriva, sgancia lo sci.
Lui arriva a casa di lei, senza scendere dall’auto guarda dentro la vetrata, chiama e dice “dove sei?”; lei risponde e dice “da te”. Lui, senza battere ciglio, dice “arrivo”.

E poi ti dicono quanto sia figo avere quella macchina e bla bla.

Volevo fare un paio di considerazioni.

1)
La mettono come se per arrivare a casa da lei ci volesse un gatto delle nevi o un elicottero della Protezione Civile; invece, quando lui guida, il tratto di strada che si presume impegnativo è una normalissima strada di montagna, pulita ed apparentemente anche salata.

2)
Quando lui arriva, guarda dentro la vetrata.
Ora, se una vetrata di una stanza scura si affaccia su un crinale completamente innevato, in pieno giorno, farà un riflesso che dentro non riesci a vedere neanche se preghi San Gennaro. Ma forse quell’auto ha anche dei dispositivi per risolvere questo problema.
Comunque, lei non c’è, lui perspicace capisce che lei deve essere fuori. E chiama immediatamente.

2a) Ma che casa è? C’è una stanza sola?
Anche se è un unico open space, il bagno per favore no! Quindi, se le scappava la pipì, non poteva farla? La faceva sul tappeto affinché lui (che comunque non doveva essere lì) potesse a colpo d’occhio rendersi conto che lei era a casa?

2b) Oppure. Lui ha appena telefonato spiegando le difficoltà a salire fin lassù; lei poteva essere in cucina a spegnere i fornelli, porconando perché stava preparando lo stracotto d’asino -ma a causa di quella mezza sega di automobile le toccava mangiare una pizza da “il Lurido” giù a valle.

No, lui sapeva che lei non era in casa. D’altra parte uno che guida una macchina così deve essere veramente un tipo speciale, bello come un apollo, scaltro come una faina; e se la compri diventerai così anche tu!

3)
Sono evidentemente due idioti.
Da quel che lui dice, guidare fin su è pericoloso.
Quello che fa lei è chiaramente, evidentemente, criminalmente pericoloso, visto che rischia di provocare una slavina sulla casa di lui, e magari anche sulle case di altri ignari valligiani che molto più saggiamente ed economicamente si sono comprati una panda 4×4.
In ogni caso, da quel che sembra, entrambi rischiano la vita; altrimenti non ci sarebbe suspense.

Ma non potevano dirselo? Studiare un piano? “Amore guarda, ‘sto cesso di macchina.. proprio non mi fido. Vediamoci domani”. Ma loro no, anche l’ormone è spropositato, come le loro bellezze e capacità, per cui non ci sono cazzi, vogliono vedersi oggi. D’accordo, studiamo un’alternativa: “Amore, tu sei brava con gli sci, perché non vieni giù da me, fai attenzione, vai piano, ti aspetto ciao ciao kiss kiss”.
Però dillo, porco cane! Ed invece -solo per far vedere che sei l’Uomo Vero- sbatti giù il telefono, creando così un pericolosissimo equivoco che potrebbe costare due vite e non una. La tua, va bè, Darwin potrebbe trovarci un senso, ma non è saggio interrompere stirpi di papere di gomma.

No. Lui chiama e dice “potrei non farcela, CLIC”. E poi prende e guida fin là. Mi ci sono volute alcune volte per capire, quando lui arriva ad una casa, di chi è effettivamente quella casa.
Una volta capito non c’è stato spazio per dubbi: lui è un Idiota Emerito.

Lei dal canto suo non è da meno. Ti ha appena chiamato, non ce la fa a venire, ti sbatte giù il telefono senza neanche prendere in considerazione altre opzioni. Quindi? Cosa voleva dire? Faccio qualche ipotesi:
a) sai che è un Idiota, lo conosci bene, sai che guiderà fin da te. Reazione: se lo sai, perché diavolo vai via, rischiando la vita nel canalone?
b) è un gentleman, per cui non ha completato la frase, in realtà voleva dirti “senti non ce la faccio ad arrivare, mi fermo giù a casa mia con un paio di zoccole, ci vediamo al disgelo”. Reazione: se ci stai insieme sei una cretina.
c) lui è il vero Maschio Alfa, quello che sceglie l’automobile giusta, ma perché rischiare? E’ anche un fottuto maschilista e voleva in realtà dirti “senti bella, non ce la faccio a salire, muovi il culo e vieni tu, stronza, prima che digiti il numero delle zoccole”. Reazione: non si trattano così neanche le papere di gomma!

In ogni caso, arriva il momento della resa dei conti: lui è accecato dal riflesso, però lo gestisce e vede che lei non è a casa: infatti lei è davanti a casa di lui.

Lui la chiama: “dove sei?” e lei: “da te”, lui: “arrivo!”.

Poco credibile.
Se io fossi stato in lei avrei avuto un colossale giramento di coglioni e gli avrei detto numerosi aggettivi per avermi fatto rischiare la vita inutilmente nel canalone. Poi avrei cancellato il suo numero, avrei chiamato un amico col Land Rover, mi sarei fatta riportare a casa, avrei riacceso sotto lo stracotto, aperto una bottiglia di barolo, e magari più tardi avrei scoperto che quelli con il Land Rover “do it better”.
Lui, dal canto suo, avrebbe dovuto ammettere con la coda tra le gambe di essere un Idiota, se non altro per aver rischiato la vita di lei e la propria solo per poter fare il figo nello sbattere giù il telefono. E invece insiste: “arrivo” col tono di chi non può sbagliare. Ma chi ti credi di essere? Ah già, scusa, sei alla guida di quell’auto.. non puoi non essere nel giusto.

In ogni caso, il fine di questo annuncio pubblicitario è quello di farti sentire bello come un apollo, scaltro come una faina, possessore di una macchina che per le sue qualità sorprenderebbe anche il suo costruttore, e possessore (sic!) di una bellissima papera di gomma, che però non è solo bella: infatti sugli sci è anche meglio di Reinhold Messner.

Quello che fa venire in mente a me, invece, è che, se comprare un’auto come quella ti fa diventare un Idiota così, meglio pensare a un’altra marca e modello.