Scena: sempre ieri sera al Pub.

Al nostro tavolo c’era un amico, si chiama Ülrich. Un bel ragazzo, sportivo, alto 2 metri, biondo albino, testa piccola, capelli rasati, collo palestrato, naso tagliente, faccia cattiva, occhio ceruleo ma sprizzante fetenzia. Ora, se uno è seguace del pensiero del Lombroso, per associazione potrebbe sentirsi libero di pensare che Ülrich si è messo in borghese giusto per rispetto del padrone del pub, ma che non vede l’ora di tornare a casa, ri-indossare l’uniforme da SS, quindi andare in giro a incendiare ebrei, bulldozerare edifici ripieni di gente di colore, gridando dal caterpillar: Tu Ebreo/Negro/Non Ariano Tefi Morire Kon Atroce Sofferenze Ja, e finire la serata violentando vecchiette (non ariane) per poi farle sbranare dai dobermann (poverini, devono pur godere qualcosa anche loro).

Ülrich invece è una buonissima persona e di lavoro è un homecare, diciamo una specie di assistente sociale. Va a casa delle vecchiette non per violentarle ma per alimentarle, pulire casa, fare le cose che non possono fare da sole. E di Ülrich in zona ce n’è centomila.

Poi dicono che Lombroso aveva ragione.

Non vorrei fare il saccente, ma è giusto spiegare che Cesare Lombroso, vissuto nel XIX secolo, era quel tipo che sosteneva che in base a determinati tratti caratteristici (o difetti) fisici si poteva stabilire che uno era un criminale. In pratica il Padre del Pregiudizio.