Probabilmente sei troppo giovane per ricordarti del famoso B-movie “Anche gli angeli mangiano fagioli” con Bud Spencer e Terence Hill, di quegli spaghetti western dove finivano sempre a scazzottarsi. Beh il titolo si ispira a quello.

Copenhagen, esterno giorno.

Viuzza laterale piuttosto vicina al centro città.

Cammino. Incrocio una ragazza che porta a spasso un alano da un metro e quaranta al garrese, che chiamare vitello sarebbe come dare del pigmeo a un watusso.

Guardo meglio. La ragazza, non il cane.

E’ bellissima. Di una bellezza che lascia senza fiato, voglio dire. Bionda, occhio azzurro chiaro con un taglio stupendo, un viso perfetto. E il classico, nordico, banale (per loro), nasino all’insù. Beh, grazie al cazzo, qui per trovare una col canappione devi mettere un annuncio sul giornale a massima tiratura, e poi non è detto che la trovi.

Un incanto, insomma. Un sogno.

Per finire, attaccato sotto (tramite il collo) c’è un corpo da urlo. Da tanto che è bella, non ispira neanche sesso, per intenderci: è troppo perfetta.

Un Angelo.

Ostento indifferenza ma non riesco a distogliere lo sguardo, sono come pietrificato. Mantengo a fatica il controllo della mandibola per evitare che cada di peso, slogandosi.

A un certo punto succede qualcosa: l’Angelo col vitello al guinzaglio tossisce, una bella tosse grassa da fumatore incallito. Dopo l’emissione di fastidiosi rumori preparatori, di quelli che non è raro udire nei pressi del Bar dei Vecchi (*), spara giù dal marciapiede uno sputazzo dai colori autunnali che atterra con fragore.

Continuo a camminare, asserendo a me stesso nel misero tentativo di autoconvincermi “nah, dai, era un Angelo.. impossibile.. vero è che non ho mai visto un Angelo con un vitello, ma vero è anche che non ho mai visto un Angelo senza.. però lo era, ne sono sicuro.. ma sì, dai, cosa vado a pensare, il mio problema è che guardo troppi film ambientati nei Bar dei Vecchi..”

(*) non puoi dire che non sai cos’è, perché in Italia c’è un Bar dei Vecchi in ogni paese e in ogni contrada: quel bar dalle luci squallide dove si trovano, fumano (fumavano, prima di Sirchia), giocano a carte, bestemmiano, schiamazzano, bevono un piccolino di bianco e ricominciano giorno dopo giorno, ogni volta contandosi per vedere chi manca dal giorno prima.