‘Il Ponte’, articolo di Dicembre 2011

Kotekino

Scherzavo, lo giuro! La volta scorsa, quando parlavo dell’annessione del Lombardo-Veneto all’Austria, era uno scherzo. Non sapevo quanto la situazione fosse drammatica e cruda. Probabilmente, per quanto l’ambiente sia ovattato -così lo ricordo- qualche notiziola sul triste stato dell’Italia e le sue attuali responsabilità riguardo la tenuta della Moneta unica sarà arrivata anche lì.
Parto col dire che questa cosa ci è stata pervicacemente e pelosamente nascosta. Volendosi fidare della cronaca nazionale, infatti, eravamo messi meglio degli altri e chi diceva il contrario -ovvero tutto il resto del mondo- era un beccamorto allarmista. Invece il problema c’è, adesso lo sappiamo, e proprio sul nostro modo di viverlo mi volevo soffermare.
In generale, la nostra personale spocchia ci porta ad arrogarci il diritto di decidere, in materia di leggi e regole, cosa è giusto e cosa no, ma non in bianco e nero: mentre ci sono atti giustamente ostracizzabili per la loro gravità, la zona grigia risulta essere ampissima; una zona nella quale ci si sente in grado di decidere come comportarsi, in base a fattori che sfortunatamente sono assolutamente personali e perciò differiscono da individuo a individuo. Faccio un solo esempio, stradale, perché è il terreno più ricco, ed anche il contrasto più stridente con la Scandinavia: una bella fermata o meglio ancora sosta breve, possibilmente con fuoristrada o SÜV, occludente un’arteria dedicata ad altri mezzi (corsie taxi e bus, ciclabili, marciapiede), per giunta per futili motivi: fare cinque passi di meno per raggiungere la destinazione; io che invece cammino volentieri, e soprattutto preferisco non occludere le arterie di nessuno, quando vedo qualcuno che ha criteri visibilmente più egocentrici chiedo, forse un po’ troppo sfacciatamente, il perché. Le risposte? Omettendo i poco gentili inviti a prender cura dell’affar mio, conto tanti “embè?”, “non c’era/non passava nessuno” oppure con un drammatico ed arbitrario depotenziamento dell’infrazione: “oh, chissà/e che sarà mai”. Ed in effetti, a parte poche eccezioni, non si sono messe vite in pericolo, né fatti danni alle cose, tutt’al più l’autobus avrà scartato sulla corsia normale, mentre ciclisti e pedoni sono abituati -e rassegnati- alla serie B. Le forze di polizia hanno ben altro a cui pensare, tra cui fare collette per comprare la benzina (lo sapevate?) per cui la possibilità di essere beccati, di fatto, non esiste; ma alla peggio si discute un po’ (NB: si discute? E’ il Codice della Strada perbacco!) e magari ce la si sfanga, semplicemente portando l’agente a confrontare la pochezza dell’atto in confronto al terrorismo o alla fame nel mondo.
Ora, l’Europa ci ha imposto una “Road Map”, forma gentile che significa “pressante to-do list”, e non si discute che le cose siano da fare, assolutamente e con estrema urgenza, altrimenti l’Italia va in default -e con essa c’è una buona possibilità che tiriamo giù anche l’Euro.
L’atteggiamento dell’italiano medio? Esattamente “oh, chissà/e che sarà mai”. Non so se mi spiego: siamo ancora nella zona grigia, dove il libero arbitrio DEVE regnare sovrano! Rendersi conto della gravità della situazione, della necessità di seguire indicazioni perché altrimenti sono amarissimi cavoli, no, non fa per noi. Ma sì, dai, parliamo col vigile e vedrai che tutto si sistema.
Io non ci sto, e vorrei quindi aprire il toto-annessione. Sì, guardo proprio voi. Che fate, ci prendete? Dai, per favore, dopo essermi abituato a pensare in corone, tornare all’euro è un incubo. Fatelo almeno per me! Tanto per noi “Francia o Spagna, basta che se magna”, ma siccome nouvelle cousine e tapas non assicurano il giusto apporto calorico, chissà che non riusciamo, nel Natale di Danitalia, a mangiare Smørrebrød e Salame, Kotekino med Persillesovs, kirsebærbabà ed ovviamente Julebryg per tutti.
Buon Natale!