‘Il Ponte’, articolo di dicembre.

Titolo: Tu Scendi dalle Stjernerne

E’ Natale. Sursum Corda, è nato Gesù e la tradizione dice che siamo tutti più felici e più buoni. Atmosfera, luci, auguri, tutte ‘ste cose. Ed anche l’ateo più accanito, per il quale Natale significa giusto ferie e gozzoviglia, non può non associare il clima festoso con l’inno del titolo, che tipicamente immaginiamo cantato a cappella dall’abside di una cattedrale, così che risuoni (rimbombi?) meglio, sia dentro che fuori, dove il passante sotto la neve si riscalda il cuore. Con cosa esattamente? Con le Stjernerne. OK, lasciami dissentire.

Noi italiani siamo viziati, abbiamo una delle lingue più armoniose e musicali del mondo. I francesi non saranno d’accordo. A loro giudizio è la loro, la lingua più bella del mondo. Ma c’è anche da dire che i francesi non fanno testo: per loro sono francesi anche la Sagrada Familia, il Colosseo e la Porta di Brandeburgo, e questo è il motivo per cui sono bei monumenti. Pensano addirittura che sia francese anche la Corsica; non si sono mai chiesti come mai il dialetto che parlano là è praticamente sardo.

Comunque. Possedendo, dicevamo, una delle lingue più eccetera eccetera, mi permetto di schizzinare, giocosamente mi raccomando, sulla musicalità della lingua parlata nella terra che ci sta sotto i piedi.

Tanto per cominciare, sicuramente fa piacere se ti dicono che sei attraente, ma non sono così certo dell’effetto se ti senti dire “quanto sei Tiltrækkende!”. Non sono nemmeno sicuro di quanto sia romantico dire alla tua innamorata che i suoi occhi sono belli, appunto, come Stjernerne. Certo, dopo questa, lei può ripagarti dicendo che sei Smuk come il sole, per esempio, così siete pari. Passando dall’Astronomia alla Farmacologia, avrei qualcosa da dire su Elsker, che mi fa pensare più ad un prodotto da banco che effettivamente all’amore. Tuttavia se la tua innamorata ti da un po’ del suo Alka-Elsker magari fa bene anche per l’imbarazzo di stomaco. Si chiama effetto placebo e dicono che funziona. E che dire delle nozze? Sono una gran bella cosa, Don Abbondii a parte, ma cosa ne vogliamo dire se ci coinvolgono in un bel Bryllup, che nella giusta pronuncia diventa Brüllup? Mi permetto anche una licenza linguistica, so che il verbo non esiste, ma mi diverte pensare alla ragazza piangente che asserisce: “nessuno mi Brülla!” o all’innamorato: “Cara, vuoi Brüllarmi“? Potrebbe suonare addirittura un po’ osé.

Qualche equivoco, poi, completa il quadretto. Al supermercato pago sempre con la carta di credito, e la domanda di rito se voglio in più del contante o se pago giusto l’importo, lo sappiamo tutti, è På Beløbet. Sempre tutto bello attaccato, perché fare pause tra una parola e l’altra è troppa fatica; sicché diventa un rotondo Póbelöbet. E non c’è una volta che riesca a star serio: mi salta sempre in mente il ritornello di Tutti Frutti di Elvis Presley: “A bop Póbelöbet, a lop pop boom!”. Qualche volta vedi che mi scappa, la canto in faccia alla cassiera; e il prossimo articolo lo scrivo dalla Neurodeliri (Neuro-vanvid).
Geniale invece un catalogo arrivato qui a casa qualche tempo fa. Scarpe. Sko in danese, gliela perdoniamo perché assomiglia molto all’inglese Shoe, hanno solo scopiazzato male e sbagliato a trascrivere la H, e che sarà mai. Dicevo; scarpe di moda, grande stile, ottima classe; prezzo modico, sì certo, se guadagni uno zilione al mese.
In copertina, sopra un paio di gran bei (Smuk) modelli, il titolo a corpo 200 recitava: “SKO MODE“. Evviva la sincerità!

Seriamente, tuttavia, su alcune cose hanno ragione. Fa più impressione un atteggiamento Krigerisk rispetto all’omologo Guerresco, e secondo me incute più timore un Kriminel di quanto faccia un Criminale; stessa radice, ma quella K, eh, ne fa di differenza.

E’ infine mia opinione che portare il pattume al bidone dell’immondizia in Italia dia decisamente molta meno soddisfazione che non farlo qui, quando lo porti in un posto che si chiama “lo SKRALDESPANDEN“. E gettarlo dentro così, con cattiveria, magari anche con un grido Krigerisk. Tiè, Pattume! RAAARGH!

Pensaci, la prossima volta che esci di casa col sacchetto nero. Magari lanciamo una MODE.

God Jul til alle!