Mon 12 Oct 2009
Sì, ho letto del “Massacro alle Faroe Islands”.
L’anno scorso, circa in questo periodo.
Un casino.
In tutto il mondo, tutti con una incazzatura a mille per le povere balene-delfino che vengono massacrate in questa lontana provincia danese.
E tutti ad appellarsi alla Regina Margrethe II di Danimarca affinché fermi lo scempio. Senza sapere che le Faroe sono autonome e la Regina nulla può nei loro confronti.
Il fattaccio: massacro alle Faroe Island, mare rosso sangue!
I Fatti: alle Faroe Island in un giorno particolare dell’anno cacciano delle balene delfino (di una specie non protetta perché largamente entro i limiti del pericolo di estinzione, dati UE, googlalo se non mi credi); il mare è rosso perché la caccia avviene in una baia strettissima, è una tradizione vecchia di secoli e la sua funzione era di procacciare il cibo per l’inverno, non è più necessaria ma lo fanno ancora.
Non che non mi faccia inorridire, ma mi fa inorridire di più, e pure incazzare stavolta, la strumentalizzazione, l’ipocrisia, la volontà aggiungersi al coro e di usare un evento per autopromuoversi.
Prova a cercare “Faroe Island Massacre” su google. Appaiono centinaia e centinaia di pagine, bovinamente riecheggianti lo sgomento del primo che ha scoperto e pubblicizzato l’evento, “originale” al quale non è più possibile risalire visto il tremendo bailamme mediatico.
Controlla le date.
2008.
Tut-ti.
Cos’è, quest’anno alle Faroe non l’hanno fatto? Viste le feroci invettive dell’anno scorso hanno rinunciato alla loro tradizione secolare? Cos’hanno detto, “ma sì, dai, avevano ragione, non facciamolo più”?
Magari.
E invece mi risulta che, come tutti gli anni, lustri, decadi e secoli passati, quest’anno sia stato come gli altri.
E dove sono quelli che l’anno scorso gridavano allo scandalo?
Dov’è quella fermezza nel classificare l’evento come un disastro dell’ecosistema?
Dove sono questi paladini del cetaceo, quest’anno, mentre decine di balene delfino venivano sgozzate come sempre nell’indifferenza (eccetto nel 2008)?
Ah già, forse la bella stagione, l’estate ottobrina. O magari è perché è iniziata la nuova serie di Friends, fanculo le balene, si guarda la TV.
E poi dicono che i Paladini non sono ipocriti.
Ho dovuto far passare un anno, ma li aspettavo al varco.
E ci sono cascati come polli.
Polli Paladini, però.
AAAAAAARGH!
2 Responses to “Massacro alle Faroe Islands, Redux”
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October 14th, 2009 at 10:05
Beh dai, ammetti le attenuanti generiche del caso su …
Io non ero tra quelli che gridava allo scandalo, anche se certo mi dava, mi da e mi darà sempre fastidio.
Di certo so che non sono quelle manifestazioni che concorrono al pericolo di estinzione di alcune specie, ma lo so meglio ora che, con tutto il casino dell’anno scorso, ho avuto modo di informarmi e capire meglio come, ad esempio, sono catturati i normali tonni delle nostre scatolette.
Come forse non sai sono Slow Foodiano, e queste cose mi inorridiscono (i tonni), le altre sono più o meno plausibili per tradizione e/o necessità.
L’importante è non compiere massacri o torture per puro divertimento …
October 15th, 2009 at 9:16
Non è stato un post agile da scrivere, perché di fronte a qualcosa di così terribile è facile distrarsi e perdere il fuoco sull’argomento principale.
Che non è il massacro in sè.
L’argomento principale, il vero scandalo, è la volontà di farsi pubblicità, farsi notare, farsi belli, farsi una audience, avere un tornaconto personale sfruttando una disgrazia vera. E appena la vacca è completamente munta, si salta sulla prossima, e così via. Col risultato che non c’è stata nessuna azione preventiva quest’anno, mobilitazione dell’opinione pubblica PRIMA dell’evento; non per estinguerlo ma almeno per smorzarlo, ridimensionarlo.
Quella sarebbe stata la vera cosa utile; stracciarsi le vesti dopo non serve alle balene ma solo a te stesso.
Lo sapevano già che succede, succede ogni anno negli stessi giorni. Questa è brutta malafede.
No, di più, è sciacallaggio.
E mentre gli sciacalli tentano di stare a galla cercando nuove vacche, le balene delfino muoiono a grappoli. Nell’indifferenza.
AAAAAAARGH!