Fri 25 May 2007
Fiduzia l’ho preso in prestito da una canzone dell’indimenticato album di Andrea Mingardi, precisamente Gisto e Cesira. In calce trovi il testo iniziale della canzone, in vernacolo emiliano e tradotta in italiano.
Mi sono finalmente comprato una bicicletta.
Figata, una MTB (Mountain Bike), blu, piena di sospensioni, molle dappertutto, il risultato è che nonostante sia in alluminio pesa come una portaerei in assetto da combattimento con tutti gli aerei sopra. Ma non è un problema, non devo farci il Sella e il Pordoi, la Danimarca è piatta come un’asse da pasta, la cosa importante è prendere velocità; il problema è semmai, quando dopo chilometri l’hai portata a velocità smodata, frenare la portaerei.
Comunque, era in “tilbud”, cioè in offerta speciale, e ho capito perché:
A) te la devi montare tu.
B) aveva evidentemente un problema con le camere d’aria.
Il risultato è stato che:
A) Fortunatamente le molle sono già compresse, sennò con la mia abilità (e fortuna) il mollone centrale mi decollava e lo ritrovavano in centro africa dove una tribù un po’ indietro avrebbe cambiato culto e venerato La Grande Molla. Almeno fino alla prossima bici dove mi partiva qualcos’altro e atterrava nello stesso posto. Però ho porconato (proferito blasfemie) un pomeriggio intero per trovare le chiavi giuste per stringere viti e serrare bulloni e brugole, ma alla fine è andata insieme. Il manubrio è ancora un po’ lasco ma spero di trovare la brugola giusta presto. Nel frattempo uso i pali dei semafori per aggiustare le cose quando col manubrio punto da una parte e la bici va da un’altra.
B) mi sono recato al vicino negozio di biciclette, dove mi sono servito del gonfiagomme esterno al negozio (qui tutti i negozi di bici hanno un tubo in pressione, a disposizione fuori dal negozio, che puoi usare senza neanche dire bao all’esercente; il quale si è infatti stupito quando gli ho chiesto se potevo usarlo. Usanze diverse). Ebbene, sono certo che la gomma era ancora molle, quando l’esplosione della camera d’aria posteriore ha lacerato il silenzio del tranquillo quartiere allarmando la gente da una certa età in su. Infatti siccome l’ultimo attentato qui è stato nel 1967, solo le persone più in età se lo ricordano. I giovani hanno pensato a una trovata pubblicitaria della locale birreria, tirando innanzi e annotando mentalmente che è ora di andare a controllare in tutti i pub circostanti se ci sono birre nuove. Dopo rinnovati porconamenti lascio la bicicletta al biciclettaio e procedo a piedi (stavo andando al lavoro). Tra parentesi, il biciclettaio è un turco perfettamente integrato che pronuncia smørrebrød (il pane) e Sjælør (il posto dove vivo) meglio dei danesi che sono danesi da generazioni.
Per il resto la bicicletta funziona bene: come la moto di John Holmes, non dà pene.
Ma veniamo alla Fiduzia, che in italiano vuol dire “Fiducia”.
Quando ho comprato la bicicletta, c’era un accessorio che si poteva comprare a parte: una specie di lucchetto corazzato da fissare graniticamente al telaio, così non sbatte tintinnando ogni volta che c’è un’asperità del terreno, non lo dimentichi in giro, eccetera. Bene, ‘sto lucchetto costa tipo 10 euro e comprende anche un’assicurazione. Se ti fregano la bicicletta, se puoi provare di avere il lucchetto (ti rilasciano il certificato), te la rifondono interamente.
OK, io sono italiano, e sono rimasto di carta. MA COME! Provare che avevi il lucchetto? E se uno lo compra e non lo monta? E se uno non lo chiude? No no, si va sulla fiducia, dice il commesso, e più stupito di me aggiunge che è chiaro che se uno lo compra poi diligentemente lo monta e lo chiude ogni volta che la bici potrebbe essere in periglio.
Ora, io non voglio offendere i Napoletani onesti, ai quali chiedo venia per lo stereotipo che si portano appresso, ma una cosa così a Napoli, te la immagini? La moltiplicazione dei pani e delle MTB. Quante biciclette blu piene di molle ci sarebbero in giro? E quanti fallimenti di agenzie di assicurazioni?
ANT
PS segue il testo della prima strofa di Gisto e Cesira.
Me son Gisto e te Cesira,
siamo soli, l’è bela sira,
con uno stratagemma astuto degno di Richelieu,
cun al me muturèn at’ho purtè in mes a un prè,
ai ho fat feinta ch’al s’è scasà in coursa,
con la ciaf ingleisa a fag al siòc,
mentre te per la fiduzia t’è rampicada in vatta un alber d’albicoc..
Traduzione:
Io sono Gisto e tu (sei) Cesira,
siamo soli, è già sera,
con uno stratagemma astuto degno di Richelieu,
con il mio motorino ti ho portata in mezzo ai campi,
ho fatto finta che si è rotto,
faccio lo sciocco con la chiave inglese,
mentre tu per la fiducia ti sei arrampicata in cima a un albero di albicocche.
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