Tak for Sidst.

Vuol dire grazie per la volta scorsa (che ci siamo visti).

Dunque ero a una festa. A un certo punto si avvicina un’amica, che però è anche un gnoccolone orizzontabilissimo, di quelli che lupo ululì, e mi abbraccia e mi bacia (senza lingua, cosa stai pensando!) e mi dice “grazie per la volta scorsa”.

Allora: io sono italiano, e anche con i migliori sforzi non riesco ad allontanare da me più di tanto quello che è volgarmente chiamato “italian stallion pensiero” per cui i miei neuroni e sinapsi si tuffano tutti insieme ad elaborare cos’è successo.

a) evidentemente Tabby non lo sa visto che è di fianco a me e non fa neanche una piega.

b) se l’avessi trombata me lo ricorderei piuttosto bene.

c) non me lo ricordo.

d) probabilmente all’ultimo party ero ubriaco stenco e quello è il motivo per cui non me ricordo.

e) con ottima approssimazione, stante che ero ubriaco e non mi ricordo, abbiamo fatto sesso.

Il tutto naturalmente avviene in una frazione di secondo; io sono ancora stordito dall’evento, dopodiché arriva un altro amico, lei gli va incontro lo abbraccia e gli dice “grazie per la volta scorsa”.

I miei neuroni si coalizzano e formano nella mia mente la frase “Brutta Zoccola”. Sì, con le Maiuscole.

Siccome ho ancora la faccia statica, fatti salvi alcuni tic che pervadono la mia muscolatura del viso visto l’intenso pensare, qualcuno si preoccupa (la zoccola) e mi chiede cosa c’è. Io freno i tic e, con completa padronanza di me, utilizzando tutte le astuzie verbali ed i giri di parole che la dialettica consente dico scusa ma non ricordo cosa c’è stato tra noi la volta scorsa.

Il suo ragazzo, il ragazzo della Zoccola intendo, presente a tutte le dichiarazioni, e dalle mie sinapsi classificato nel seppur breve processo come voyeur pervertito che si diverte a dar via la sua Ciccina, interviene dicendo una cosa non del tutto inutile: cioè che forse non sono al corrente del modo di dire.

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Ebbene, ho scoperto che i Danesi hanno questa simpatica abitudine di dire “grazie per la volta scorsa” ogni volta che si incontrano a un party. Ed è molto carino da parte tua dirlo, quindi diciamolo. Anche perché se non lo dici è tollerabile ma insomma, sei uno che sta troppo sulle sue. Hehe, ma attenzione. Sembra facile: uno lo spara ogni volta che incontra un amico o un’amica a un party ed è fatta. Eh NO. Non è sempre vero.

Esempio. Oggi vado a un party e incontro A e B. Fra 3 giorni incontro A al supermercato e gli dico ciao (non gli dico “grazie per la volta scorsa” perché vale solo quando ti incontri a un party o qualche occasione divertente). Fra una settimana incontro A e B, al prossimo party; lo potrò dire solo a B, perché A l’ho incontrato al supermercato o al centro commerciale e ciò ha neutralizzato l’incantesimo.

Non importa se quando ho incontrato A al centro commerciale c’era fuori un dolby surround 7+1 della sony a 35 euro compreso consegna e installazione, il che rende la situazione automaticamente divertente (anche perché l’ha comprato anche A, quindi ci siamo divertiti in due). No no.

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La mia considerazione è che sono fottuto. Con la mia memoria, ricordarmi di tutti quelli che l’ultima volta ho visto al party e quelli che invece nel frattempo ho visto al centro commerciale, è un’impresa comparabile a progettare uno Shuttle Columbia.

Sono condannato: a rimanere nella mediocrità o a fare figure di merda.

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Aggiornamento: ho provato una nuova formula. Noi italiani siamo sempre fantasiosi ed innovativi, per cui l’ultima volta che siamo andati al cinema in compagnia (divertente, ma non annoverabile tra le occasioni in cui dirlo, per cui avrei dovuto resettare il counter “della volta scorsa” per alcuni e non per altri) ho fatto una cosa.

A fine serata, quando ci siamo salutati, ho abbracciato, baciato, e detto “grazie per la prossima volta”.

Erano spiazzati.

Tiè!